La cougar con l’impermeabile – II parte

La cougar con l’impermeabile – II parte

Continua il racconto erotico su www.piuincontri.com. Come andrà a finire l’avventura della cougar disinibita e smaliziata? Qui la prima puntata, per chi se la fosse persa.

…Si morse le labbra, un movimento involontario che faceva quando desiderava seriamente qualcosa, o qualcuno. Andava fiera della sua bocca carnosa e sapeva bene l’effetto che poteva fare sugli uomini. Si sciolse i capelli. Una lunga cascata di morbidi capelli neri le scivolò lungo le spalle. Lei piegò il capo leggermente di lato per tirarseli da una parte, alcune ciocche finirono nella profonda scollatura dell’impermeabile.

Lui la stava guardando? Alzò gli occhi e nello specchietto i loro sguardi si incontrarono. L’autista arrossì violentemente e prese a fissare la strada con ostinazione.

Aprì la borsa e iniziò a mettersi un rossetto rosso accesso. Movimenti precisi e noncuranti. Tese le labbra in avanti aprendole leggermente e fissando uno specchietto che teneva sempre con sé, si passò il trucco sulle labbra. Lo guardò di sottecchi, la fissava ancora. Poteva andarci più decisa con lui? Con gli anni aveva imparato a capire chi sarebbe stato al gioco e chi no. Ma lui era sfuggente anche se non poteva scappare dal suo fascino.

Non poteva rischiare subito. Aveva una posizione prestigiosa, non poteva giocarsela per un capriccio! Giocò la sua ultima carta.

  • Le dispiace? – chiese sporgendosi in avanti e pigiando sul pulsante di accensione della radio con un dito accuratamente laccato. Nel farlo, piazzò la sua bocca vicino all’orecchio di lui e sussurrò – cosa ti piace ascoltare?

Lui deglutì visibilmente guardandola con la coda degli occhi.

Poteva fidarsi?

Lui in tutta risposta appoggiò il dito sopra il suo e schiacciò il pulsante fino a che non trovò una canzone giusta.

Poteva fidarsi. Si lasciò cadere indietro sul sedile. Appoggiò la schiena e rivolse indietro la testa. L’impermeabile si tirò sullo scollo, scendendo ancora più a fondo. Era chiaro ora che non portava niente sotto. Fece scorrere il dito che lui le aveva toccato dall’attaccatura del collo fino al decolté. Avanti e indietro. Giù e su. Respirò a fondo e il suo ventre si alzò e si abbassò in un movimento sinuoso.

Il taxi svoltò a destra con un movimento brusco. Per un attimo ebbe paura di aver capito male. Ma poi si accorse che la direzione era quella giusta e si rilassò. Sentì un tocco caldo all’altezza del ginocchio. Era la mano destra di lui appoggiata sulla sua coscia. Ebbe un fremito delizioso. Non riuscì ad aspettare oltre. Aprì le gambe di scatto e infilandosi una mano tra le cosce, iniziò a masturbarsi con voglia. Era bagnata e gemeva. Lui le teneva la mano ferma sulla gamba, come ad accertarsi che non si trattasse di un sogno, poi la fece scivolare leggermente in avanti come per aiutarla.

Voleva giocare anche lui, pensò tra i gemiti e infatti, la macchina svoltò in un vicolo ceco. La strada era deserta, la vide attraverso gli occhi annebbiati. L’auto si fermò. Lui si voltò lentamente a guardarla. La fissava senza muoversi. Il suo sguardo si perdeva tra le sue gambe divaricate. Scivolò ancora più giù lungo il sedile per lasciarsi vedere meglio. Le dita giocavano con il clitoride e il suo copro sussultò. Ah! Non ce la faceva più, era estenuante.

Finalmente sentì una presenza estranea. Le dita calde di lui si insinuarono tra le sue, si fecero largo tra le labbra e si mossero con agilità dentro e fuori. Il suo respiro accelerò. Avanti così, pensò. Lui si bloccò improvvisamente, come se indugiasse.

  • Non ti fermare! – gridò in un gemito.

Allora lui riprese con più foga fino a quando non venne in un lungo sussulto. Rimase per qualche attimo sdraiata sul retro del taxi. Lui si accese una sigaretta in silenzio prima di riportarla a casa. Mentre stava uscendo, le lasciò il suo numero.

  • Mi chiami quando le serve un passaggio – disse e si concesse a sua volta un sorriso compiaciuto.

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