Mercato del sesso: prostitute ancora più fragili col Covid

Mercato del sesso: prostitute ancora più fragili col Covid

Anche il mercato del sesso è cambiato al tempo del Covid. Non parliamo di volumi d’affari, ma soprattutto del peggioramento delle condizioni di sfruttamento nei confronti di una fascia di persone già molto fragili, quelle coinvolte nella prostituzione.

Chi cerca di operare contro questa piaga, come la “Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione onlus” di Milano, ha notato come «il mercato della prostituzione si evolve stando al passo con i tempi». Per esempio con la nazionalità delle donne buttate in strada dalle organizzazioni criminali di questo settore. Sono quasi sparite le nigeriane, c’è un’invasione di donne dell’Est Europa (albanesi, romene e russe), nonché di trans sudamericane. La vera nuova emergenza però è legata al peggioramento delle forme di sfruttamento nei loro confronti.

«Siamo ancora a una prima fase di osservazione e comprensione del fenomeno – sostiene spiega Elena Zanaga dell’Unità di Strada dell’onlus milanese -, ma durante questi mesi di pandemia molte persone dedite alla prostituzione su strada ci hanno contattato chiedendoci aiuto, soprattutto rispetto al reperimento di generi alimentari. Stiamo facendo fronte all’emergenza, ma non sappiamo cosa porterà il dopo-Covid. Di sicuro se le istituzioni non riusciranno a dare risposte concrete al mondo delle prostitute, il rischio è che le economie illegali e lo sfruttamento diventino ancora più forti, con ripercussioni negative su tutto il territorio e la collettività».

Mercato del sesso: un tema molto complesso

Il problema è che chi gestisce il mercato del sesso si adegua alle nuove realtà molto più velocemente di chi lo combatte. «Lo sfruttamento trova sempre forme nuove per operare – confermano alla Cooperativa milanese -. Si tratta di una tema molto complesso, che non riguarda solo il lato sessuale, ma il sistema all’interno queste persone sono costrette a vivere. La maggioranza delle persone arrivano sulle nostra strade per vie illegali e spesso è impossibile regolarizzare la loro presenza sul territorio, quindi rimangono al di fuori dei diritti essenziali».

Ogni storia ha una peculiarità, ma i tratti comuni sono molti. «La totalità o quasi delle ragazze che seguiamo sono state reclutate e portate in Italia da loro connazionali con la promessa di una vita migliore una volta arrivate in Europa – raccontano i volontari della “Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione” -. Il viaggio avviene illegalmente in condizioni di sopravvivenza durissime». E porta queste donne dalla povertà nel Paese d’origine alla schiavitù in Italia.

Per fortuna il Comune di Milano, uno dei centri nevralgici della prostituzione, ha dichiarato guerra al mercato del sesso e sta collaborando con le Unità di Contatto delle onlus che hanno come obiettivo contattare queste ragazze e informarle sui loro diritti, sperando che qualcuna decida di abbandonare la propria la condizione di sfruttamento, scegliendo la strada della legalità, con protezione e autonomia a partire dall’inserimento in case protette.

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