Stormy Daniels: le foto hot della pornostar che ha fatto incriminare Trump

Stormy Daniels: le foto hot della pornostar che ha fatto incriminare Trump

In nome d’arte la ricordiamo come Stormy Daniels, il suo nome vero è Stephanie Clifford. Si tratta dell’ex pornoattrice che è riuscita ad incriminare Donald Trump, mettendolo in “ridicolo” dinnanzi a milioni di abitanti di tutto il mondo, specialmente dell’America.

Stephanie Clifford è nata a Baton Rouge, in Louisiana. Fin da quando era bambina, ovvero a nove anni, l’ex attrice ha ricevuto trattamenti violenti e di abusi. La sua vita fin da quando era piccola, era vissuta in piena povertà. Non a caso l’ex attrice è cresciuta in una casa di campagna diroccata.

Stormy Daniels: vita e carriera dell’ex pornostar

Stormy Daniels, si racconta nel libro autobiograficoFull Disclosure” che ha scritto e pubblicato nel 2018. Nel book l’ex attrice racconta dei suoi inizi di carriera, quando ha cominciato come spogliarellista, per poi scalare la vetta e raggiungere il successo ottenendo premi come star, scrittrice e regista.

Stormy Daniels, proprio nel ruolo di pornostar, nel 2006 è avvenuto l’incontro con Donald Trump, che ai tempi era spostato con Melania, da poco diventato papà di Barron, quintogenito dell’ormai ex presidente americano.

L’ex presidente americano, Donald Trump, a quei tempi era un grande imprenditore di successo, specializzato soprattutto nel real estate, per poi far successo nei piccoli schermi, grazie al programmaThe Apprentice“.

Il primo incontro – e dove è scoppiata la scintilla – tra Donald Trump e Stormy Daniels, è avvenuto nel 2006, durante un match di golf per VIP in Nevada. Trump in un primo momento ha invitato a cena l’ex pornoattrice, per poi portarla nella sua camera.

La “relazione” celata tra Stormy Daniels e Donald Trump: com’è andata davvero?

Dopo quel famoso incontro, poco tempo dopo Donald Trump ha cominciato a chiamare Stormy Daniels tramite un numero privato. Le sue avance erano piuttosto chiare: prima di tutto chiamandola tesoro ma in inglese, utilizzando il termine “Honeybunch“.

Se l’attrice ci fosse stata, sicuramente l’ex Presidente d’America avrebbe provveduto a farla entrare nel suo programma televisivo, The Apprentice. I problemi per Trump cominciano esattamente da quei periodi in poi, dato che l’ex attrice pornostar lo avrebbe denunciato, mettendolo in cattiva luce davanti a tutta l’America, e tutto il mondo.

Le accuse ricadute su Donald Trump furono tantissime, ben 34 con esattezza. Tra queste non dimentichiamo: una campagna elettorale ingiusta, pagamenti illeciti al fine di nascondere la verità e falsificazione di documenti della sua azienda.

Quello che non venne mai imputato come accusa è stato il documento “Non disclosure agreement”, che sia in ambito politico che di business, è lecito. Si tratta di un file all’interno del quale, tutti i rapporti (anche previo compenso di denaro), e la comunicazione scambiata tra le parti – in questo caso tra Trump e Clifford – devono rispettare il silenzio assoluto, senza far trapelare nulla.

Il caso più eclatante fu quello dell’ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen. Il professionista nel 2018 – anno in cui i problemi diventarono di dominio pubblico – fu interpellato diverse volte, e in quest’ultime la sua versione dei fatti è variata sempre: prima sostenne di aver pagato di tasca sua il risarcimento ai danni di Clifford. Poi ammise di aver ottenuto un rimborso per 130 mila dollari, da parte di Donald Trump.

Poco dopo in realtà, si scoprì che la cifra era ben superiore a quella dichiarata: Trump diede a Cohen ben 420 mila dollari. 360 Mila come cifra di base, più un bonus di 60 mila dollari.

Quest’ultima versione venne confessata più avanti dallo stesso tycoon. L’avvocato successivamente venne condannato a 3 anni di prigione, scontati in parte in cella, e la restante parte presso il suo domicilio.

Donald Trump ancora sotto accusa: tra scandali e silenzi

Il caso di Stephanie Clifford non è isolato. Donald Trump infatti, finì ancora una volta sotto accusa, questa volta tra il 2006 e il 2007. Il problema era sempre lo stesso: l’ex modella Karen McDougal (nota per apparire nella rivista Playboy), voleva accusare l’ex presidente degli USA per usa relazione nascosta in quegli anni.

Allora sempre Cohen, sborsò una cifra – sottoforma di risarcimento – alla modella McDougal, quella volta dandole 150 mila dollari.

Questo susseguirsi di notizie scandalose nei confronti di Trump, hanno fatto credere all’ex presidente americano che si trattasse di un complotto per corrodere la sua carriera politica. A New York questo scandalo si sta traducendo in una “caccia alle streghe”.

La “caccia alle streghe” è un termine per far credere che Trump venga messo da parte a livello politico, soprattutto perché nel 2024 ci sono le presidenziali per eleggere il nuovo candidato del Partito domenicano.

In difesa di The Donald, il suo staff ha realizzato la piattaforma Truth Social, intestata per l’appunto alla Trump Media & Technology Group. Si tratta di un social network all’interno del quale è possibile depositare dei fondi per poter sostenere le cause afflitte all’ex presidente d’America.

Al momento – stando a quanto affermato dallo staff – la società di Trump avrebbe raccolto 4 milioni di dollari. Nonostante The Donald pensi che il giudice che presidierà al processo (Juan Manuel Merchan), lo odi, il nuovo avvocato di Trump – noto in Italia per esser presidente della SPAL – Joe Tacopina, crede che:

Trump sia pronto a testimoniare se durante il processo gli verrà richiesto. Io non sono preoccupato, sono fiducioso di vincere fintanto che avrà un giusto processo”.

Per Clifford è stata una vittoria, credendo a questo punto – e sostenendo la sua causa – che Trump non è intoccabile. Purtroppo i sostenitori accaniti del tycoon stanno agendo in modo violento – almeno verbalmente – ed esagerato, minacciando di morte l’ex attrice pornografica.

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