Racconto erotico di fantasia – Escort Lingotto: camera con vista

Racconto erotico di fantasia – Escort Lingotto: camera con vista

La protagonista del nuovo racconto erotico di www.piuincontri.com si chiama Alex ed è una escort zona Lingotto. Segni distintivi: è spudorata e non sa cosa siano i tabù.

– Ti piace? – mi chiese Max porgendomi un tanga di ridottissime dimensioni. – Vorrei che te lo mettessi per me e poi che indossassi questa – e mi mostrò una minigonna altrettanto ridotta.

Mi chiesi dove volesse arrivare. La situazione iniziava a stuzzicarmi.

Max era il mio pseudo-ragazzo. Una sorta di trombamico perché una escort a Torino è difficile che riesca ad avere un vero e proprio fidanzato. Io e Max ci conoscevamo da anni, sapeva tutto di me, anche che facevo la escort in zona Lingotto. Non mi giudicava. Mi accettava per quello che ero. Avevamo un rapporto speciale io e Max, gli potevo raccontare tutto e insieme ci divertivamo un mondo, così senza troppi vincoli e preoccupazioni. Potevamo dire di avere una relazione aperta soddisfacente.

– Allora, lo metterai? – chiese ancora sventolandomi il perizoma sotto il naso.

– Certo! Che altro vuoi che faccia? –

Sul volto di Max comparve un sorriso di sfida. – Ti propongo un gioco, Alex. Ci stai? –

Sapeva di fare centro dicendo quelle parole. I giochini erotici mi hanno sempre stuzzicato moltissimo. Lo guardai come una bambina guarda un enorme pacco da scartare mentre tenevo in mano il perizoma come un piccolo tesoro.

Era bello per una escort come me trovare un uomo con cui poter condividere le proprie passioni. Era questo che mi piaceva molto di Max.

– Ascoltami bene. Io oggi ho un impegno. Un noioso impegno di lavoro, ma tu puoi alleviarmi la giornata –

– Sono tutt’orecchi – dissi un po’ delusa perché lui non si sarebbe fermato.

– Mi piacerebbe che quando esco dal mio appartamento tu indossi questo tanga e questa minigonna, ci abbini sopra un top che ti piace e ti infili le scarpe più alte che hai e vai in questo albergo – mi porse un bigliettino con l’indirizzo di un hotel di lusso a Torino. – Ti ho riservato una camera. Sarà la tua casa per tutta la giornata e se fai la brava stasera potremo divertirci assieme. Quando arrivi, vai alla finestra e inizia a ballare, ti ho lasciato un cd nel lettore. Spero che ti piaccia la mia selezione musica – strizzò l’occhio con complicità, conosceva a memoria i miei gusti in fatto di musica. – Spogliati. Fai un bello spogliarello, uno di quelli da togliere il fiato. Tieni il cellulare acceso perché ti invierò altre informazioni. –

Le indicazioni erano chiare. Presi il biglietto, il tanga e la minigonna, presi la borsa, e infilai un top e un paio di decolté tacco 12. Max mi stampò un bacio rumoroso sulla bocca. – Ci vediamo stasera, dolcezza – disse.

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Ero stata un paio di volte nell’albergo che mi aveva indicato Max. Vivendo in zona Lingotto non andavo spesso in centro a pernottare, anche se ci passavo spesso davanti quando andavo a fare shopping. Una escort di Torino deve avere un guardaroba adeguato! Mi aveva riservato la suite nell’attico. Una camera immensa e luminosa, con una fascia di vetrate che davano su un edificio altrettanto alto e moderno di uffici. Yeah! Una figata. Max aveva fatto centro di nuovo. Il mini-frigo era pieno. Aprii una bottiglia di spumante e mi versai un bicchiere, accesi lo stereo e partì una delle mie canzoni preferite. Ispezionai ogni angolo, il divano in pelle, il letto morbido, il bagno con l’idromassaggio. Prometteva bene. Andai alla finestra per guardare il panorama. Max voleva che mi spogliassi qui. “Evidentemente vuole che qualcuno mi veda” pensai. Nell’edificio davanti giravano tante persone indaffarate da un ufficio all’altro. Proprio di fronte si affacciava un’ampia sala riunioni  vuota. Decisi di mettermi all’opera, ero curiosa di scoprire cosa aveva ancora in serbo per me Max. Seguendo il ritmo della musica iniziai a spogliarmi, mi tolsi il top, feci scivolare la minigonna, poi mi voltai, piegandomi e mostrando il mio favoloso lato B proprio davanti agli uffici. Non guardavo se mi stavano guardando. Era una sensazione così eccitante che diventai spudorata. Mi tolsi il reggiseno e mostrai le tette al mondo toccandomi i capezzoli e leccandoli, poi iniziai a giocare con il perizoma, muovendolo avanti e indietro e strusciandolo proprio sulle labbra. Infine lo tolsi con un gesto teatrale. Nuda, così, mi sentivo libera. Il cellulare squillò e corsi a prenderlo. Un messaggio di Max. “Così togli il fiato!” In piedi nuda in mezzo alla stanza mi guardai intorno aspettandomi di vedermelo davanti. Il cellulare squillò di nuovo. “Guarda fuori”. Corsi alla finestra e vidi che la sala riunioni si era riempita di persone, per lo più uomini i giacca e cravatta che guardavano nella mia direzione. “Nessuno sa di noi. Ti prego continua lasciati guidare dal tuo istinto.” Altro messaggio.

La testa mi girava. Aveva organizzato tutto questo solo per non dover sopportare una giornata di lavoro? O perché la cosa lo eccitava da pazzi? Bevvi un altro bicchiere di moscato. Ero eccitatissima, non vedevo l’ora che Max corresse da me. Nel frattempo tanto valeva ingannare il tempo. Tornai alla finestra e ripresi a ballare, vedevo il pubblico davanti a me e mi eccitavo ancora di più. Alla fine non riuscivo più a resistere. Presi l’elegante chaise longue che stava in un angolo e la portai davanti alla porta finestra che dava sul terrazzino. Mi sdraiai con le gambe aperte e iniziai ad esplorarmi fino a quando non raggiunsi l’orgasmo.

Quando arrivò Max quella sera mi prese tra le braccia e mi diede un lungo bacio appassionato. Ora iniziava la festa!

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